Salta ai contenuti. | Salta alla navigazione

Entra in vigore seconda tranche di sanzioni USA all'Iran: Italia esente

Il nostro Paese sarà esentato per sei mesi: potrà importare senza incorrere nelle sanzioni secondarie USA che colpiscono le aziende che fanno affari con l’Iran

Con lo scopo ultimo di rinegoziare una decina di termini sfavorevoli dell’accordo sul nucleare firmato nel 2015, il 4 novembre, l’Amministrazione di Trump, ha attivato la seconda tranche di sanzioni nei confronti dell’Iran, dopo quelle rientrate in vigore il 6 agosto, le quali possono avere effetti extraterritoriali con ricadute significative su tutti coloro che fanno affari con l'Iran e vogliono mantenere buoni rapporti con gli USA.

Le sanzioni USA riguardano principalmente gli operatori portuali iraniani e quelli dei settori della navigazione e della costruzione navale, l’acquisto di petrolio, prodotti petroliferi e prodotti petrolchimici, le transazioni di istituzioni finanziarie straniere con la Banca centrale iraniana, tra cui anche la fornitura di servizi di messaggistica finanziaria specializzata (SWIFT), la fornitura di servizi di sottoscrizione, assicurazione e riassicurazione ed infine il settore energetico dell’Iran.

Oltre alla compagnia di bandiera iraniana, Air Iran, saranno colpite oltre 50 banche, che rappresentano la quasi totalità delle banche iraniane, delle loro sussidiarie internazionali e domestiche, e 300 entità locali o connesse al Paese che sono state aggiunte all’elenco delle circa 700 unità designato nell’ambito delle precedenti sanzioni.

Nei 180 giorni precedenti il 4 novembre, gli Stati Uniti hanno condotto delle consultazioni con i partner internazionali per valutare la loro aderenza ai principi espressi nel Memorandum presidenziale dell’8 maggio. Il risultato di tale impegno si è concretizzato nella possibilità concessa ad otto paesi, tra i quali figura anche l’Italia, di continuare ad acquistare greggio iraniano per almeno i prossimi 6 mesi, senza incorrere nelle sanzioni e con la promessa di impegnarsi a prendere delle misure che portino alla totale sospensione degli affari con Teheran.

Dagli studi dell’Unione Petrolifera Italiana è emerso che nei primi 8 mesi del 2018, l’Italia ha importato dall’Iran 5.2 milioni di barili di greggio, il 10% in meno rispetto allo stesso periodo del 2017, anche se l'Iran continua ad essere il nostro terzo Paese esportatore con una quota del 12.5% sull’import italiano di petrolio complessivo.

Non è ancora chiara la quantità di greggio che potrà essere importata quotidianamente. Oltre all’Italia, il maggiore importatore europeo di greggio iraniano, gli altri sette paesi esclusi dalle sanzioni sono Grecia, unica altra eccezione tra i Paesi membri dell’Unione Europea, i primi quattro acquirenti di greggio iraniano (Cina, India, Corea del Sud e Turchia) e Giappone e Taiwan, grazie allo sforzo profuso di ridurre le importazioni di petrolio dall’Iran nel periodo trascorso tra la prima e la seconda tranche di sanzioni.

In seguito a queste sanzioni, Goldman Sachs si aspetta di vedere le esportazioni iraniane scendere dai 2,5 milioni di barili al giorno della scorsa primavera a 1.15 entro la fine dell’anno.

L’Unione Europea si è dichiarata contraria alle sanzioni americane e ha annunciato che la BEI (la Banca Europea per gli Investimenti), in collaborazione con altre entità finanziarie europee, intende istituire una serie di strumenti per facilitare le transazioni finanziarie legittime con l’Iran nei settori consentiti. Alcuni Paesi membri si stanno già mobilitando per creare uno strumento che sembra essere destinato a sostituire lo SWIFT, in modo da permettere i pagamenti alle aziende europee che operano in Iran e l’acquisto di petrolio, senza incorrere nelle sanzioni secondarie. Tale strumento sembrerebbe essere una sorta di baratto, o meglio una “compensazione” che consentirebbe di utilizzare il prezzo corrisposto per gli acquisti di petrolio per pagare le esportazioni legali verso l’Iran ai sensi di entrambe le legislazioni USA e UE.

Dove siamo
Via Pantano 9 - Palazzo Gio Ponti, 20122 Milano
Tel. 02/58370800
segreteria@confindustria.lombardia.it


© 2000 - 2024 CONFINDUSTRIA Lombardia. Tutti i diritti riservati.